Era tutto lì, come al solito, come era sempre stato. Eppure, non ci capivo nulla.
Definirmi disorientato è più
che un eufemismo.
Stavo per essere assalito da
un giramento di testa, dalla nausea e da chissà cos’altro. Non ero in
condizione di scappare né di chiedere aiuto.
-Ti senti bene?
Avrei dovuto rispondere “no,
non si vede?”, ma non uscì alcun suono dalla mia bocca.
-Cosa ti sta succedendo?
Ma poi, chi diavolo era a
parlare?
Poggiai le mani al muro
assicurandomi di non cadere. Inspirai al meglio delle mie possibilità e trovai
le forze per far ruzzolare qualche parola fuori dai denti.
-Chi sei? Perché mi trovo qui?
Cosa è successo?
-Non so perché tu sia qui e non so cosa ti sia successo.
-Non riesco a trovare la strada di casa, la via che conosco, quella
che percorro ogni giorno e su cui ho poggiato un’infinità di certezze.
-Non capisco. Qui è tutto come è sempre stato.
-No! Tutto quello che credevo
fosse: giusto, etico, insindacabile, bello, risaputo, provato, morale, corretto,
regolare, civile, onesto, leale, legittimo, sincero, opportuno, mi sembra
dannatamente al contrario. Ho sempre condiviso con le altre persone questi
pensieri. Erano giusti…
-Qui ci sono una sacco di cose giuste, etiche, insindacabili, eccetera
eccetera…
-Ma non capisci allora? Qui è
tutto al contrario!
Mi sentivo sfinito. Troncai
quella conversazione in cerca di una boccata di ossigeno. Persino il nord, quel
nord a cui erano legati i miei ricordi di una vita (il muschio degli alberi, l’esposizione
della mia camera, il polo da cui veniva Babbo Natale) era da tutt’altra parte.
Pensai che allora tutto il
resto sarebbe stato soggetto ad una implacabile disgregazione progressiva. Se
non sapevo riconoscere il giusto o il bello avrei perso i miei affetti, il mio
lavoro, la mia vita.
Decisi di andare fino in
fondo.
-Dimmi in che posto sono
capitato, ti prego?
-Sei in Italia, pianeta Terra…
-Molto divertente. Perché è
cambiato tutto? Perché è tutto capovolto?
-Ah! Ora capisco! Tu devi essere uno di quelli… di quelli che la pensano
in quel modo là. Qui da noi le cose stanno in modo diverso. Ma solo perché
all’inizio dei tempi abbiamo pensato di mettere basi diverse. Prova a guardarti
intorno con attenzione. Ritroverai tutto ciò che conosci.
Incredibile. Aveva ragione.
Lentamente tolsi le mani dal muro, rendendomi conto che riuscivo a stare in
piedi. La nausea era scomparsa.
-Vedi? In fondo riesci a ritrovare tutto quello che sai!
Di colpo era tutto di nuovo
lì, meraviglioso. Avevo riscoperto il mio mondo semplicemente guardandolo da
un’altra parte.
Quell'uomo di cui non sapevo nulla, mi aveva mostrato un’altra
via.
Piansi emozionato.
-Ma perché non vi adeguate a
noi? Voglio dire, iniziate a fare le cose per bene, come vanno fatte.
-Facciamo già le cose “per bene”.
-Non dire sciocchezze, non
vedi che è tutto al contrario. Ora ti faccio vedere.
Ritrovai tutta la mia baldanza
e cominciai ad aggiustare le cose. Un colpo a destra, uno a sinistra. Una
correzione qui, una cancellatura di là.
-Fermo! Sei impazzito? Così sarà il caos!
-Vi abituerete presto ai
nostri metodi. Sono giusti.
Andai avanti nel mio lavoro di
correzione. In pochi minuti tutto sembrava essere tornato alla normalità, a
posto, dove il giusto è giusto.
-Ti prego! No!
Lo vidi piangere, poi
barcollare. Poggiò le mani sulle parete. Sembrava perso, disorientato.
-Chi sei? Perché mi trovo qui? Cosa è successo?