La cosa più
difficile da comprendere, in questo momento della mia vita, è l’idea di poter non
essere speciale. Sembrerà strano, ma
vi assicuro che per un uomo di mezza età inizia ad essere dura. Ci penso su da
un po’ di tempo, provo ad immaginare che non sia così, ma più i giorni passano e
più me ne convinco. Sembrerà strano ma speciali, la maggior parte delle volte,
non lo siamo.
La mia vita
inizia al mattino presto, praticamente con il salire del sole. La prima
sensazione non è delle più piacevoli. Le ossa non sono più quelle di una volta
e con sempre maggiore difficoltà mi libero della pressione che il sonno
interrotto ha sulle mie palpebre. Mi sbrigo nel raccapezzarmi tra le azioni,
scomposte il più delle volte, da compiere. Il bagno, certo, la pulizia,
vestirsi e così via. Né più né meno che guardare la lista della spesa.
Accendi la
luce – Fatto
Rintraccia
le tue pantofole – Prese
Sollevati e,
se ce la fai, prendi coscienza – Ci provo,
non mi arrendo
Ora che ci
penso, non ho mai provato particolare gioia nel sollevarmi dal mio giaciglio in
orari impossibili. Probabilmente mi sono sempre motivato pensando che la cosa funziona in questo modo. Almeno
così, credo, me l’hanno venduta per molto tempo. E pensare
che non più di qualche anno fa pensavo che alzarmi presto volesse intendere
successo, voglia di fare, “valore” in
assoluto.
Non sempre
è così. In questo momento, ad esempio, la mia alzataccia si tramuta in una piena
sconfitta. Sono passati gli anni in cui nel mio cantiere parlavo al megafono ai
miei collaboratori. Sono passati gli anni in cui riuscivo ad essere qualcuno.
Pagare le
bollette di questo mese – Non ancora, ho
fiducia
Fare la
spesa al discount – Se riesco
Immaginare
i mobili da traslocare – Non ce la
faccio, questa volta mollo
Scendo in
strada e, in lontananza, lungo la tangenziale, vedo le luci del mio autobus. Non
fa poi tanto freddo e il mio naso, pur essendo inverno pieno, non ha ancora
perso la sensibilità. Alla fermata, insieme a me, disperati carichi di voglia
di sopravvivere. Persone delle più svariate etnie mi portano a pensare a quelle
mattine trascorse a casa, da ragazzo, a guardare i video della NASA sulle sonde
Viking lanciate in orbita. Nulla di più difficile che fermarsi su questa
banchina.
Paga i tuoi
debiti – Ci provo
Riprendi te
stesso – Quale me stesso?
Non
disperare – Non dispero
Arriva nel
frattempo un pullman dei primi anni 90 di colore blu, sul tetto riporta un
sottile manto di neve. Mi avvicino alle porte e il mio viaggio lungo le vie
della mia città inizia. Per fortuna riesco a sedermi vicino al finestrino. Questa
mattina evidentemente qualcuno dei consueti “colleghi” di viaggio deve aver
vomitato se stesso, la vodka non sempre te la fa passare liscia.
Smettere di
bere alcool – Ho smesso
Non mentire
– Ho smesso anche quello
Radersi la
barba – Devo comprare le lamette
Il sedile
del pullman è completamente rovinato e sulla parte dove poggio il mio sedere
una gigantesca scritta in pennarello solleva le doti orali di una certa
Valeria. Riprendo a guardare fuori, il
rumore del motore da 280 cavalli è tutto ciò che riesco a percepire. Si
chiudono le porte ed inizia il mio viaggio, unico.
Ricordarsi
di essere speciale – Davvero? Da questo
sedile non sembra