Miyajima

Miyajima

mercoledì 28 ottobre 2015

28 Ottobre


Credere nei miracoli fino a farli accadere, questo è ciò che è avvenuto.

Niente di più semplice dello straordinario.

La notte più lunga, quella in cui anche gli alberi hanno iniziato a gridare, è passata.

Ho posato il mio bagaglio da una parte, con tutta la mia vita dentro, ed ho preso in braccio una nuova luce.

Penso a quello che vuol dire essere legato, fino all’ultimo respiro, ad un’altra persona.

Penso a quello che sono stato per lungo tempo, mentre da i miei occhi scompaiono i sabati al bar o al cinema.

Cammino velocemente in tondo per vedere se riesco a riprendermi da tutto questo.

Mi affaccio alla finestra e vedo una luna meno sola da oggi.

Da qualche parte, li nella strada, c’è già gente ad aspettare perché ora tutto è nuovo. Tutto è chiaro.

La mia schiena inizia ad essere riempita da nuovi brividi, sconosciuti prima di oggi.

Vedo davanti a me il sorriso di chi è in grado di fermare il tempo.

Ascolto le sue grida riempire di gioia i miei polmoni ed il mio cuore.

Questo 28 Ottobre finisce mentre incomincia la Vita.

mercoledì 21 ottobre 2015

Punto Zero


Sono al punto zero, la mia partenza.

Davanti a me scale, molte scale; forse mi piacerebbe rimanere qui più a lungo, ma gli ultimi eventi, i litigi, i confronti, gli scontri, mi convincono ad andare.

- Vai, non ti rimane molto tempo

 Salgo un primo gradino, pendo coraggio a proseguo fiducioso.
Sono al chiuso e il senso di claustrofobia aumenta lentamente. Pareti lisce e strette corrono ai miei fianchi. Continuo a salire e, sorprendentemente, quella voce riesce a raggiungermi ancora.

- Sali, prosegui e non voltarti

Gli spazi si allargano, si stringono, si deformano. La forza di gravità sembra non aver più effetto su di me. Altre scale si snodano in un mondo che non riesco più a comprendere. Mi convinco che sto sognando e che sono finito in un quadro di Escher.

 - No, sei sveglio

 Mi legge nel pensiero?
 
- No, sei scontato. Ascoltami e seguimi in questo cammino

Avanti, avanti tutta.
Stanco, disorientato, ma convinto. Forse ho già mille e più gradini alle spalle, ma non importa. So di potercela fare. Anche il tempo sfugge alla mia mente. Non ho percezione del suo scorrere e non saprei dire quanto tempo sia trascorso.

 - Non importa

 



 
 

Una finestra, finalmente. Prendo aria e proseguo. Sembra che sia finalmente arrivato da qualche parte. Una porta lucida mi separa dal traguardo che inseguo fiero.
La apro.
È uno spazio familiare, almeno credo, ma non riesco a coglierne dettagli rivelatori. Insisto e poso gli occhi intorno a me. Incredibile! Sono al punto zero, la mia partenza!
 
- No, non è incredibile

 Ma mi sono arrampicato su migliaia di gradini!

 - Riesci a vedere le cose da qui?

 Sì, con una prospettiva diversa. Riesco a ricollocare ogni elemento nelle mia mente.

 -Capisci ora?

No, sì, non so.

 


 

 

- Guarda tutto da qui per un po’

 Spero di farcela

 - Ce la farai

Capisco le illusioni prospettiche del mio punto di vista di prima. Mi chiedo se ora ce ne sono altre.
Intorno a me altre scale. Dove portano?

 - Tutte qui. Quando le avrai percorse, se non tutte molte, sarai pronto a tornare nel mondo

Sono molte scale.
Sono pronto.
Non ho paura né pregiudizi.

Via.

domenica 11 ottobre 2015

Correre


Bisogna correre per poter raggiungere qualsiasi cosa, questo è quello che ho imparato dalla strada.


Correre con una direzione è quello che invece ho imparato dalla vita.


Lo so a cosa pensate, il vecchio adagio non mente mai:  Chi va piano va…


Allo stesso modo si affastellano, sulle labbra di chi non ha mai avuto bisogno di sudare, esclamazioni in cui si raccomanda di rallentare, oppure di prendere il proprio tempo quando si devono affrontare scelte importanti.


Tutto vero certo, vero però per tutte quelle persone che hanno la possibilità di poter riflettere, di poter pensare. Persone  che possono scegliere se correre o rallentare, tanto in ambedue i casi sarebbero vincitori.


Faccio parte di quell’insieme di persone che solitamente non si vedono molto in giro, intente ad inseguire il proprio scopo più che a parlare di quanto li circonda.


Ho imparato che ogni mattina è quella giusta e per renderla tale bisogna corrergli dietro, prima che gli altri se ne accorgano.


Così giorno dopo giorno penso a quante volte avrei voluto non aver paura. 


A quante volte avrei voluto avere due gambe e due polmoni di riserva.


Si perché la paura spezza il fiato e non c’è nulla da vergognarsi.


Mi ripeto che l’importante è raggiungere, prima o poi, l’obiettivo.


Bisogna rincorrerlo facendo scorrere dietro le spalle tutte le inquietudini e i cattivi pensieri.


Così ascolto il mio ritmo, battito dopo battito.


Non c’è uno di questi istanti che ritorni ma poco conta, ora conta solo accelerare.


Fino alla fine.




martedì 6 ottobre 2015

Questa notte


Butto giù parole a caso, come se poi l’ordine in questa vita possa aiutare.

Guardo e ascolto il vetro delle finestre vibrare al suono della tramontana. Ogni volta che posso.

Potrebbe trattarsi di una mattina qualsiasi, di un qualsiasi anno, di un qualsiasi giorno.

Quello che ascolto è solo il peso del Tempo che bussa sul mio stomaco.

Penso che in fondo le cose andranno meglio. Penso alla mia Storia.

Non le immagini emotive della  tv e neppure quelle dei film a lieto fine.

No, semplicemente vorrei poter avere ancora la forza di sognare.

Incomincio a prendere sul serio le cose, così come queste parole.

Solo ora, sento di capire che non c’è niente di strano.

Libera è ora la mia mente perché libera da ogni paura.

Niente di più, come nei migliori finali. Come questa notte.