Miyajima

Miyajima

lunedì 22 dicembre 2014

Song 松


Avrei voglia di abbracciarvi tutti ma non riesco proprio, può sembrare strano ma anch'io ho bisogno d’affetto quando è Natale.
È per questo motivo che  continuo a rimanere fermo qui da un po’ di tempo senza andarmi a trovare un altro lavoro.

Ho sentito dirmi di tutto nella mia vita, dalle più belle lodi alle più infamanti invettive. Addirittura alcune persone non mi hanno considerato nemmeno un essere vivente. Non ho parole.

In momenti come questi però riesco a dare il meglio di me. Sotto Natale ad esempio, a differenza degli altri, abbandono la mia famiglia per andarmene da un’altra parte. Strano vero? Tutti di solito tendono a stare insieme, programmando questi santi giorni insieme a persone che non vorrebbero nemmeno incontrare nel resto dell’anno. Al contrario io preferisco andarmene, risolvo il problema alla radice.

Nonostante ciò ribadisco: vorrei essere abbracciato o quanto meno accarezzato anch’io. Questa sofferenza non può proseguire.

Da qualche anno ho trovato un lavoro stabile e visti i tempi che mi dicono correre faccio buon viso a cattivo gioco. In particolare lavoro per il più grande centro commerciale della Città. Qui è un gran via vai di gente. Abituato come sono io al silenzio della montagna, da dove provengo, capite bene non è assolutamente il massimo. Per fortuna esiste quella santa legge che non permette di fumare in luoghi chiusi, ci mancava pure questo. Soffro un po’ l’aria rarefatta ma, dormendo qui nello stabile, riesco almeno la notte a ossigenarmi un poco.

Insomma con la crisi che gira, non posso lamentarmi. Certo starei meglio se solo  qualcuno provasse anche solo ad accarezzarmi. D’altra parte non è per tutti Natale?



24 Dicembre 2014 – Centro Commerciale Porta del Mare

Ciao? Come ti chiami?

Come, sta parlando con me?

Ciao, ti ho chiesto come ti chiami?

Cavolo, una vita ad aspettare questo momento e sul più bello mi mancano le parole

Ok, faccio da me le presentazioni. Io sono Elena e tu?

Silenzio assoluto da parte mia

Beh non importa… Sai per me oggi è la prima volta che vengo in questo posto. Mia madre mi ha detto che non dovrei parlare con gli estranei, ma con te non credo di sbagliare. È  un po’ che ti guardo così, addobbato a festa. 
Ti hanno conciato davvero male, sei molto buffo!

La risata della piccola Elena non mi scalfisce perché in fondo so che ha pienamente ragione. Uno come me, abituato alla campagna in questo posto così sistemato…

Quest’ anno per me vorrei tanto la bicicletta che ho chiesto a Babbo Natale, tu pensi che arriverà?

Intorno, una calca infernale sfila come se nulla fosse, come se io ed Elena non esistessimo. Pazzesco. Mi distraggo troppo, mi concentro per provare a rispondere in qualsiasi modo ma in questo momento mi sento più bloccato di altre volte. Forse l’emozione.

In verità più della bicicletta mi interessa che mio padre ritorni questa sera. Sai, lui lavora anche la Notte e sta lontano molti giorni. Mi ha promesso però che questa notte ci sarà!

Abbandono l’idea di rispondere, vorrei regalare qualcosa alla piccola Elena ma non ho nulla di valore con me.

Ora ti devo salutare Signor… beh, Signore ciao. Questa sera, quando papà sarà a casa gli regalerò questa! Poi magari te ne riporto un’altra, ma per ora è l’unico regalo che posso fare.

Mentre si avvicina vedo la sua piccola mano allungarsi e sfilarmi di dosso una di quelle palle rosse che mi ha messo addosso il principale. Dovrei arrabbiarmi ma faccio finta di non accorgermi e la lascio andare.

Grazie e a buon rendere!



Penso grazie a te Elena e spero che a tuo papà possa piacere il regalo.

Torno a guardarmi intorno e rifletto che in fondo gli esseri umani non sono poi tanto male. Nonostante tutto quello che in questo momento mi circonda.

Rifletto sul momento in cui Elena consegnerà la palla di natale che mi ha staccato al padre e posso immaginare che sarà davvero un bel momento. Bisogna solo aspettare.

Per me, tra un paio di ore, sarà tutto finito.

Come per tutti gli alberi non mi rimane che pensare alla prossima Primavera,  nel frattempo rimango qui, con le mie luminarie e i miei addobbi,  a sgobbare.

AUGURI DI BUON NATALE DA EMILIANO SCLAME

giovedì 4 dicembre 2014

Resto qui

Resto qui, nonostante ci siate Voi, davanti me, a farmi sentire ogni volta diverso.
Non mi importa nulla di quello che pensate, in fondo non trascorro le mie giornate dietro la televisione. Riflettendo bene nemmeno ce l’ho la televisione.

Il medium sono io così come anche il messaggio.

“Ecco, per Lei” 

Cinquanta centesimi volano dal palmo della mano di una giovane ragazza verso la custodia della mia chitarra dove sono affastellate altre monetine di diverso taglio. Contraccambio con un cenno di riconoscenza  impercettibile per tutti gli altri. Sono gli occhi della ragazza e solo loro il mio bersaglio. Centrato.

Trascorro le mie giornate tra la piazza centrale della Città e il Corso. Molti mi riconoscono anche se non tutti si ricordano bene da quanto tempo sia lì. Il fatto è che, come per molti avvenimenti della vita, sono apparso improvvisamente. Senza avvisare nessuno. Sorprendendo.




“Venite venite, questo è forte!“

Da lontano arrivano voci di giovani ragazzi baldanzosi per il solo fatto di essere qui in questo momento. Il loro “Sabato del villaggio”. Fingo di non osservarli ma non riesco a non riconoscermi in loro. Alla loro età. Chi l’avrebbe mai detto che da lì a qualche lustro le cose sarebbero andate così.

Il medium sono io così come anche il messaggio.

Forse tra di loro, dietro le loro camicie e i loro capi firmati si nasconde uno come me, un…non so nemmeno come definirmi: musicista, artista di strada, buffone, barbone…no meglio lasciar perdere.

“Esca!” 

Sento essere chiamato così, da uno di loro, senza nemmeno capire bene il perché.

“Ci fai il pezzo con la chitarra? Dai quello di John Lennon…”




Fingo di capire ed incomincio con il brano che avevo per la testa. Nulla di più lontano da John Lennon ma evidentemente non era il pezzo che interessava. Davanti a me i 5 ragazzi iniziano a riprendermi con i loro telefonini mentre ognuno mima una faccia o un gesto diverso. Niente di volgare ma inizio a chiedermi se la scimmia sia io oppure loro. Proseguo accennando alle note di “Starman” di David Bowie.  Mentre con la mia voce roca accompagno la mia chitarra uno di loro mi parla come se potessi rispondergli.

Accenno una smorfia di condivisione ma non vedo l’ora che se ne vadano.
 
Il medium sono io così come anche il messaggio.

Termino il mio brano e dinnanzi a me non resta più nessuno di quel piccolo branco. Solo una signora incrocia il mio sguardo mentre da solo riprendo con semplici arpeggi. Un passante allora coglie il mio sguardo, sembra essere interessato alla mia persona. Probabilmente passava di li per caso ma evidentemente ho saputo catturare la sua attenzione. Mi guarda come ad aspettare che continui con un nuovo brano. Nel suo volto riconosco il tipico sguardo di interesse e commiserazione, curiosità e pena che ormai, nel corso degli anni, ho saputo individuare molto bene.

Il medium sono io così come anche il messaggio.

Mi viene vicino e mi chiede se posso fargli un pezzo, uno qualsiasi, di Mina. Non si preoccupa del fatto di non avere una voce femminile avanti. Il che mi colpisce e decido, a differenza di ogni altra richiesta, di seguirla.

Inizio a pensare a mille soluzioni, da “Insieme”  fino ad “Amor mio”. Alla fine, dopo qualche istante mi decido:  “Un colpo al cuore”.

Parto intonando la prima strofa: “Se, un giorno ritornassi da me…”

Squilla il suo cellulare, il volto da radioso si comprime in una smorfia di rabbia e dolore. Lascia cadere due euro davanti a me e fugge via senza nemmeno ascoltare un secondo della canzone.



Mi fermo per un istante, da solo, e fisso la piazza davanti me. Mi guardo riflesso nelle vetrine del bar e penso al mio bottino guadagnato senza nemmeno aver suonato. Guardo la mia figura e le persone indifferenti intorno, pronte a correre dietro ai loro traguardi. Sorrido di gusto e ricomincio a cantare il brano interrotto.

“…da troppo tempo ormai, è il solito tran tran...”

Il medium sono io così come anche il messaggio.