Miyajima

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martedì 3 dicembre 2013

Chiedere scusa


Scusa. È una semplice parola spendibile in una moltitudine di occasioni. Mi viene in mente quando si chiede un’informazione, quando si fa un errore di distrazione, quando si commette un atto irrispettoso.

«Scusi, che ore sono?»

In generale, almeno per quello che credo, il chiedere scusa deve essere legato ad un atto di umiltà, di consapevolezza dell’errore o del gesto compiuto. D’accordo, non necessariamente ci deve essere un pentimento legato a chissà cosa, ma comunque quello “scusi” dovrebbe essere ancorato al sincero desiderio di invocare perdono per un disturbo –seppur minimo– arrecato.

Ben altro caso è quando si chiede scusa in seguito ad un tradimento d’amore, o ad una grave dimenticanza.

Disgraziatamente, oggi questa parola è inflazionata, abusata, ridicolizzata e la si è resa orfana del suo legame imprescindibile con quel sentimento di pentimento.

Immaginiamo una persona che passa con il semaforo rosso e poi, resosi conto che stava per uccidere un suo simile, chiede scusa (vi assicuro che già è tanto!).

In questo caso, nella testa di chi la pronuncia, quella parola conferisce il perdono a peccatis suis, scagionandolo completamente da ogni legame con la leggerezza commessa. Non che sia sbagliato chiedere scusa, tutt’altro, ma sembra quasi che ogni atto è ammesso purché poi si chieda scusa.

In maniera ancor più evidente, questo tipo di logica emerge quando a chiedere scusa è il politico, amministratore o funzionario pubblico di turno.

«Ho rubato, chiesto e dato tangenti, speculato, speso denaro pubblico per fini privati, ho contraffatto le schede elettorali. Chiedo scusa agli italiani.»

Davvero quel chiedere scusa ha un significato?

È una parola vuota, che si è diffusa sostituendo quella originale.

Ed è un vero peccato! Perché, significati religiosi a parte, il chiedere scusa, chiedere il perdono, è un atto importante a livello sociale, nella famiglia quanto nello stato, purché fatto realmente con sincerità, dispiacere e cognizione del fatto che l’errore commesso non sia dovuto ad un comportamento irrispettoso o disonesto reiterato e consapevole.

Chiedo pertanto la riabilitazione delle scuse, quelle vere, quelle fatte con il cuore, quelle che, una volta fatte, ci inducono a non sbagliare più.

Chissà, forse scopriremmo tutti come sia gratificante chiedere ed accettare scuse, con il fine di migliorare la nostra vita e di quelli che ci sono intorno.

Suona evidentemente come un’utopia?

Chiedo scusa, sinceramente, ma in fondo, è bello credere che non ci siano limiti per l’evoluzione dei rapporti umani.

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