So bene perché sono qui in questo momento. Sembrerà strano
ma riesco ad esserne pienamente consapevole, senza troppe difficoltà. Il
segreto è avere appreso e metabolizzato il fatto di avere uno scopo per ogni
istante della mia vita, pur non conoscendolo.
Il fatto che esista, lo so, ne
sono certo è quanto basta.
La differenza
tra me e tutto il resto è proprio questo. Il mio scopo è quello di vivere ogni
istante come fosse l’ultimo anche senza conoscere fino in fondo le cause.
Ore 19:50 Chiusura Supermarket
La fila estenuante non mi preoccupa. Quella che poteva
essere una giornata tremenda non terminerà così mestamente. Il mio è un “No”
assoluto.
"Permette?"
"Come scusi?"
"Permette, devo
prendere il carrello?"
"Che modi! Maleducato!"
Supero la porta scorrevole di entrata e la prima sensazione
è di freddo. Se possibile ancor più pungente del vento in tangenziale.
Ancora di più dell’ultimo saluto di chi ho amato e amo ancora. Non mi perdo dietro facili riflessioni però. Prendo l’ultimo carrello rimasto pentendomene subito, penso che questi maledetti “Padri” del consumo mi hanno già “fregato”. Mi aggiro tra gli ortaggi di stagione: cavoli, broccoli e cavolfiori convinto di potercela fare a comprare lo stretto necessario. Questo è quanto l’inverno può ancora raccontare. Inizio a somatizzare il fatto che la giornata stia terminando, supero gli ultimi brividi di freddo che ho sulla schiena e raccolgo le quattro cose che mi servono.
Rovisto tra varie etichette “bio” con occhio attento.
Ancora di più dell’ultimo saluto di chi ho amato e amo ancora. Non mi perdo dietro facili riflessioni però. Prendo l’ultimo carrello rimasto pentendomene subito, penso che questi maledetti “Padri” del consumo mi hanno già “fregato”. Mi aggiro tra gli ortaggi di stagione: cavoli, broccoli e cavolfiori convinto di potercela fare a comprare lo stretto necessario. Questo è quanto l’inverno può ancora raccontare. Inizio a somatizzare il fatto che la giornata stia terminando, supero gli ultimi brividi di freddo che ho sulla schiena e raccolgo le quattro cose che mi servono.
Rovisto tra varie etichette “bio” con occhio attento.
"Carla ti prendi solo quelle con lo “0” sopra."
"Queste non lo sono?"
"No, non lo sono…solo
uova con lo “0” ti ho detto."
Tra una sede di
produzione e l’altra, da una data di confezionamento a una di scadenza mi
arrovello ancora su qualche barlume di incazzatura giornaliera. Poco importa,
continuo a immagazzinare ogni informazione come Keyser Soze. Ad ogni passo
sento di acquistare il controllo della situazione. Inizio a leggere parole senza senso mentre
davanti a me un anziana signora si sofferma davanti l’ultima busta di insalata.
Mentre mi avvicino al mio trofeo scorro etichette arrecanti slogan
come “prodotto” a Spoleto, Asiago, Latina, Brescia. Trovo davanti i miei
occhi i nomi di posti che non ho mai visto ma è come se li avessi sempre
vissuti. Mi avvicino, il verde della busta devo dire è particolarmente
intrigante. Vado sicuro, il formato è per single, si tratta di una manciata di
grammi.
Posso affermare che la busta è mia.
Mi affretto pensando all'appuntamento di questa sera.
Posso affermare che la busta è mia.
Mi affretto pensando all'appuntamento di questa sera.
"Scusi riesce a dirmi
la data di scadenza per quell'insalata."
La voce mi arriva come una eco elfica. Sento già i canti in lontananza di Tom Bombadil. Mi
riprendo.
"Scusi?"
"Le chiedevo se sapeva
dirmi quando scade la busta dell’insalata. Sa alla mi età non si vede poi tanto
bene."
I neon del supermercato iniziano ad entrare nella mia cornea
con una certa insistenza. Rimango sempre più stordito non tanto per il fatto
che a quest’ora il mio unico pensiero è andare a casa. Rimango di stucco perché
la busta l’ho già presa, è nella mia mano.
Ho davanti una genio del male?
"Vediamo, scade oggi signora.
Ecco, riesce a vedere?"
Mento spudoratamente.
"Le ho detto che non ci
vedo. Beh, se scade oggi però credo che per me possa andare bene lo stesso."
Ardita devo dire. Questi classe ’32 non mollano mai, non c’è
nulla da fare.
"Prego Signora, prenda
pure."
Contraggo ogni parte del mio corpo. Perché continuo a
mentire a me stesso?
"La voleva lei? Prenda
pure, non c’è alcun problema."
"Vede ho lasciato Spike fuori che sta abbaiando.
Forse è il momento che esca, mi può vedere se c’è qualcos’altro che non scada
oggi?"
Arriva
l’inspiegabile. Agisco imprudentemente, dalla bocca mi escono parole alla mente
senza senso. Non rispondo di me.
"Signora, la prego, prenda pure. Non importa. Questa sera mangerò
altro."
Sorrido mentendo a lei e a me stesso. Mi faccio schifo.
"Grazie allora, grazie
davvero."
"Di nulla." Balorda
penso.
Continuo il mio peregrinare tra gli scaffali svuotati, cerco
di dare un senso alle mie azioni ma non riesco. Il senso non è per forza dentro
le cose. Il senso di quello che compio non lo comprendo mai. Almeno non
immediatamente.
Cammino verso l’uscita, con fare da sconfitto, e lentamente mi
avvicino alle serrande delle grandi porte finestre.
Da lontano vedo il cammino
dinoccolato di una persona ed il suo cane. Soli rispetto al resto delle auto
che corrono.
Il Senso forse è come il trucco di un mago,
c’è ma non si vede.
Mi è piaciuto molto!! Bello! Mi ha fatto anche sorridere :D
RispondiEliminaGrazie Vivy! Mi fa piacere, visto che un sorriso non guasta mai!
Eliminagrazie a te! :D
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