Miyajima

Miyajima

mercoledì 22 ottobre 2014

L'emozione dello scrivere

 
Ogni volta, davanti alle parole che si rincorrono in un libro, sono attraversato da mille domande sulla vita dell’Autore. Se ha davvero provato le esperienze che descrive, se conosce o ha conosciuto in vita sua un personaggio tale e quale a quello che descrive, se quel personaggio non è altro che se stesso.
La domanda successiva è: chissà cosa ha provato mentre scriveva quel libro.
Sono domande che non avranno mai una risposta e, forse, è meglio così.

Però, nello scrivere, ho trovato alcune risposte. Ho provato sulla mia pelle alcune esperienze che, seppur diverse da persona a persona, ritengo possano soddisfare alcune delle mie curiosità.
Vi voglio raccontare quello che provo quando scrivo, quando permetto a dei fogli bianchi di riempirsi dando vita a storie più o meno complicate.

 

Qualcuno dice che la scrittura è dare forma ad un’idea iniziale, un embrione che si evolve tra modifiche successive ed intuizioni improvvise. In altre parole nella testa dell’autore non c’è subito tutta la storia, ma solo una buona idea iniziale che prende vita man mano.
A me capita spesso di essere spettatore delle mie storie, come se i personaggi vivessero di vita propria prendendo per mano i miei pensieri fino a trascinarli in intrecci del tutto imprevedibili fino ad un attimo prima. È da molto tempo che ho in mente questa metafora: scrivere è come lanciare un sasso dalla cima di una montagna. Sai esattamente cosa hai in mano e quali saranno i primi centimetri che percorrerà, ma hai solo un’idea di massima del tragitto che percorrerà per giungere a valle.
Già, perché quel masso rotola via saltando su un terreno disconnesso, urtando rami ed altri ciottoli, scavando il terreno e facendosi largo tra piccoli arbusti e asperità varie.
E tu stai lì, in cima a quel monte a seguire con lo sguardo le folli evoluzioni di quel masso che ti stupisce ad ogni rotazione, ad ogni urto, ad ogni cambio di direzione.

Vorresti vedere tutta la discesa d’un sol fiato, senza soste. Ma non puoi che interromperti e lavorare giorno per giorno, scoprendo che ogni volta sei di fronte ad uno scenario nuovo, con molti elementi mutati senza che te ne accorgessi, come se ci fosse una forza misteriosa che si diverte a trasformare il paesaggio, un diavoletto dispettoso di cui, in fondo, sai di essere innamorato.

Non è facile capire quanto sia autore e quanto spettatore. A volte, vorresti scrivere senza pause per sapere come va a finire, come se lo stessi leggendo quel romanzo. E se il libro è un thriller, allora ti viene davvero voglia di sapere se l’assassino verrà catturato, se il protagonista rimarrà in vita, se l’indiziato numero uno all’inizio della storia risulterà davvero essere colpevole.

Scrivere ti cattura, ti rapisce e ti maltratta. Non fai che pensare a soluzioni plausibili, intrecci verosimili e storie che siano in grado di catturare il lettore. Uno sforzo continuo che ti costringe ad addormentarti ogni sera pensando a quale possa essere il passaggio successivo o il personaggio in grado di far rimanere a bocca aperta chi legge. Sorprendentemente, alcune volte, al mattino hai bene in testa la soluzione che cercavi.

Ma, come dicevo poco fa, altre volte sei una vittima maltrattata. Perché quella pagina è capace di rimanere bianca per giorni o settimane, capace di essere scritta e poi cancellata senza appelli. È in quei momenti che il masso che hai lanciato si ferma a causa di un ostacolo che sembra insormontabile.
Tu metti la mano sulla fronte per debellare il riverbero del sole e vedere meglio il pendio, per capire quale sia il problema che non fa più rotolare quel masso. Ma niente da fare, quello se ne sta lì, irriverente e fastidioso.
Per fortuna, alla fine il diavoletto ci mette mano e dà un colpetto alla pietra che, proprio quando meno te lo aspetti, ritorna a rotolare veloce, pronta a raccontarti come andrà a finire.


3 commenti:

  1. Oh Dio! Quanto è vero tutto questo. Ho rivisto nei pochi minuti che ho letto questo articolo, tutto il lavoro che svolgiamo ogni volta che ci occupiamo di un nuovo libro... Ora ho bisogno di energia XD

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    1. Allora Annalisa ti auguro di trovare tutte le energie del mondo!

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    2. Mi servono, mi servono ora che da matta che sono, sto passando una trilogia in prima persona. So' pazza.

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