Ogni volta, davanti alle
parole che si rincorrono in un libro, sono attraversato da mille domande sulla
vita dell’Autore. Se ha davvero provato le esperienze che descrive, se conosce
o ha conosciuto in vita sua un personaggio tale e quale a quello che descrive,
se quel personaggio non è altro che se stesso.
La domanda successiva è:
chissà cosa ha provato mentre scriveva quel libro.
Sono domande che non avranno
mai una risposta e, forse, è meglio così.
Però, nello scrivere, ho
trovato alcune risposte. Ho provato sulla mia pelle alcune esperienze che,
seppur diverse da persona a persona, ritengo possano soddisfare alcune delle
mie curiosità.
Vi voglio raccontare quello
che provo quando scrivo, quando permetto a dei fogli bianchi di riempirsi dando
vita a storie più o meno complicate.
Qualcuno dice che la scrittura
è dare forma ad un’idea iniziale, un embrione che si evolve tra modifiche
successive ed intuizioni improvvise. In altre parole nella testa dell’autore
non c’è subito tutta la storia, ma solo una buona idea iniziale che prende vita
man mano.
A me capita spesso di essere
spettatore delle mie storie, come se i personaggi vivessero di vita propria
prendendo per mano i miei pensieri fino a trascinarli in intrecci del tutto
imprevedibili fino ad un attimo prima. È da molto tempo che ho in mente questa
metafora: scrivere è come lanciare un sasso dalla cima di una montagna. Sai
esattamente cosa hai in mano e quali saranno i primi centimetri che percorrerà,
ma hai solo un’idea di massima del tragitto che percorrerà per giungere a
valle.
Già, perché quel masso rotola
via saltando su un terreno disconnesso, urtando rami ed altri ciottoli,
scavando il terreno e facendosi largo tra piccoli arbusti e asperità varie.
E tu stai lì, in cima a quel
monte a seguire con lo sguardo le folli evoluzioni di quel masso che ti
stupisce ad ogni rotazione, ad ogni urto, ad ogni cambio di direzione.
Vorresti vedere tutta la
discesa d’un sol fiato, senza soste. Ma non puoi che interromperti e lavorare
giorno per giorno, scoprendo che ogni volta sei di fronte ad uno scenario
nuovo, con molti elementi mutati senza che te ne accorgessi, come se ci fosse
una forza misteriosa che si diverte a trasformare il paesaggio, un diavoletto
dispettoso di cui, in fondo, sai di essere innamorato.
Non è facile capire quanto sia
autore e quanto spettatore. A volte, vorresti scrivere senza pause per sapere
come va a finire, come se lo stessi leggendo quel romanzo. E se il libro è un
thriller, allora ti viene davvero voglia di sapere se l’assassino verrà
catturato, se il protagonista rimarrà in vita, se l’indiziato numero uno
all’inizio della storia risulterà davvero essere colpevole.
Scrivere ti cattura, ti
rapisce e ti maltratta. Non fai che pensare a soluzioni plausibili, intrecci
verosimili e storie che siano in grado di catturare il lettore. Uno sforzo
continuo che ti costringe ad addormentarti ogni sera pensando a quale possa
essere il passaggio successivo o il personaggio in grado di far rimanere a
bocca aperta chi legge. Sorprendentemente, alcune volte, al mattino hai bene in
testa la soluzione che cercavi.
Ma, come dicevo poco fa, altre
volte sei una vittima maltrattata. Perché quella pagina è capace di rimanere
bianca per giorni o settimane, capace di essere scritta e poi cancellata senza
appelli. È in quei momenti che il masso che hai lanciato si ferma a causa di un
ostacolo che sembra insormontabile.
Tu metti la mano sulla fronte
per debellare il riverbero del sole e vedere meglio il pendio, per capire quale
sia il problema che non fa più rotolare quel masso. Ma niente da fare, quello
se ne sta lì, irriverente e fastidioso.
Per fortuna, alla fine il
diavoletto ci mette mano e dà un colpetto alla pietra che, proprio quando meno
te lo aspetti, ritorna a rotolare veloce, pronta a raccontarti come andrà a
finire.
Oh Dio! Quanto è vero tutto questo. Ho rivisto nei pochi minuti che ho letto questo articolo, tutto il lavoro che svolgiamo ogni volta che ci occupiamo di un nuovo libro... Ora ho bisogno di energia XD
RispondiEliminaAllora Annalisa ti auguro di trovare tutte le energie del mondo!
EliminaMi servono, mi servono ora che da matta che sono, sto passando una trilogia in prima persona. So' pazza.
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