Miyajima

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martedì 19 novembre 2013

Post-it



Un breve racconto emozionale, che coinvolge la mente e diversi sensi.

Istruzioni per la lettura:


1.       Ascoltare in sottofondo la Canzone: First Fire, Bonobo. http://www.youtube.com/watch?v=1E2OZTRmNxk&list=PLK6CFF5XENOmeKZ4LtrU9CuUyHqsMc9Dl


2.       Dare uno sguardo al Graffito: Leviathan, Blu. Kreuzberg.

https://www.google.it/search?hl=it&site=imghp&tbm=isch&source=hp&biw=1280&bih=907&q=Leviathan%2C+Blu.+Kreuzberg&oq=Leviathan%2C+Blu.+Kreuzberg&gs_l=img.3...529.529.0.1312.1.1.0.0.0.0.146.146.0j1.1.0....0...1ac.1.31.img..1.0.0.FIrm1Nn24qs


3.       Pensare al Colore: bianco.


4.       Leggere quanto segue:



Ho iniziato a scrivere biglietti sulla mia vita. Credo sia il formato più giusto, più vicino a quanto mi è accaduto. Nessuna pagina impegnativa o diario personale. Solo Post-it, nient’altro.

Post-it numero uno della giornata: Quanto tempo dovrà passare?

Trascorro le mie giornate tra i ricordi di quello che per lungo tempo sono stato. Un uomo affermato, convinto dei propri mezzi e delle proprie azioni. Non ho mai fatto il passo più lungo della gamba. Non ho mai azzardato e non sono mai andato più in là delle mie possibilità. Ho accettato le cose che mi sono venute, ho ringraziato per ogni dono ricevuto dall’esistenza. Un lavoro, una famiglia, una realizzazione.

Post-it numero due: Essere licenziato  - cosa diavolo può voler dire dopo 20 anni di contributi?

Laura ora è lontana, abita sempre nella nostra casa. Ho iniziato a nascondermi tra la gente prima che prendesse la metro per andare al lavoro. Lei che ancora uno ne ha. La nostra vita è cambiata da quasi due anni ma non riesco a togliermi dalla testa che le cose potevano andare diversamente. Continuo, ogni giorno, a chiedere a me stesso come sarebbero andate le cose se avessi avuto più attenzioni. Più di quelle che davo. Continuo a chiedermi quanto i miei figli possano ancora  riconoscersi nei miei occhi.

Post-it numero 3 di questa giornata di novembre: Sono un ramingo.

Continuo ad affiggere i miei pensieri su questa carta gialla, tentando di appiccicarli sui muri della stazione. Spero che Laura riconosca la mia grafia o che magari questi fogli striminziti attraggano l’attenzione di qualche passante. Sono un ingenuo, questo è il problema. Non riesco a celare, a me stesso, il mio abbandono. Mi guardo e non è tanto nella barba incolta, nei vestiti lisi comprati in un’antica età dell’oro. Il problema è prendere consapevolezza che le cose cambiano e non sempre in meglio.

Post-it numero 4: Pensa positivo

Una signora, probabilmente rumena, si avvicina nel mio angolo fregandosene del puzzo che i pavimenti emanano e mi lascia una moneta, sonante, di un euro. Non ci faccio più caso. Come per la propria verginità, accettata la prima elemosina le altre vanno giù e neanche te ne accorgi.

Post-it numero 5: Pensa positivo ma non sperarci troppo

È questo il senso delle cose? È questo quanto devo aspettarmi? In lontananza scorgo un volto e riconosco gli occhi di una ragazza uguali ai miei. La sua adolescenza ormai al termine è nascosta da una maturità acquisita sul campo.

Post-it numero 6: Pensa positivo e mantieni la calma. Non scapp….

La sua voce mi chiama. Mi prende per una braccio e mi accompagna fuori nel parco senza farmi finire di scrivere. Non proferisco parola, non servirebbe. Lascio cadere pezzi di carta a terra  mentre ci guardiamo, riconoscendoci l’uno nell’altra. Il suo nome è Chiara e probabilmente mi vuole bene. Questo importa.

Mentre sento chiamarmi, ancora una volta, con il mio nome mi guardo attorno e vedo che tutti i miei biglietti non sono altro ormai che carta calpestata a terra. Quasi non si riconosce più nemmeno una parola.

Esco alla luce e la sua voce mi grida, sottovoce: Forza Papà.

Le macchine continuano intanto a correre.

Post-it numero 7:

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